La Madonna delle Nevi

La  Madonna delle Nevi

FOTO 037La  “Madonna delle Nevi” è una giovane donna esile che si staglia sul cielo azzurro e si erge sulla roccia al passo del Monte Moro–Macugnaga, a quota 2950 m, a poca distanza dal confine svizzero.

L’inaugurazione è avvenuta 50 anni fa, il 5 agosto 1966, alla presenza delle maggiori autorità civili ed ecclesiastiche del territorio. Venne benedetta dall’allora vescovo di Novara mons. Vittorio Piola e dall’allora parroco di Macugnaga don Sisto Bighiani.

La statua è stata commissionata dai dirigenti delle “Funivie San Maurizio”, un gruppo di industriali di Gallarate e Busto Arsizio che, amanti della montagna e amici di Macugnaga, vollero incrementare il turismo e l’attività sciistica e alpinistica della località.

La richiesta era la realizzazione di “qualcosa” che brillasse nel cielo e che fosse visibile anche in lontananza, sia dall’Italia che dalla Svizzera, e che resistesse al forte vento, quasi sempre presente, oltre che alle intemperie.

Ecco quindi il progetto di una figura di una donna longilinea, alta quasi cinque metri, sulle cui braccia poggiano due drappi staccati dal corpo in modo tale che il vento possa infiltrarsi accarezzandola dolcemente.

Nell’inverno del 1965 il progetto era a punto e nello studio di Samarate, lo scultore diede il via ai lavori. Un’impresa allestì un ponteggio a più piani e lo studio di Giuseppe Banda si trasformò in un cantiere.

Dapprima venne costruita un’armatura, costituita da fili di ferro intrecciati di dimensioni diverse, sulla quale, poco alla volta la massa informe di creta cominciò a prendere forma. La statua, così grande, era un’attrazione, anche per le scolaresche.

Terminata la modellazione in creta, la “Madonna” venne ricoperta di gesso, tagliata a pezzi e inviata per essere fusa in bronzo alla Fonderia Artistica Perego in viale Jenner a Milano.

Le singole porzioni della statua arrivate a Macugnaga dovevano essere trasportate fin lassù, quale impresa!!!
Si pensò all’elicottero, ma troppo pericoloso. Ecco quindi il trasporto con la funivia da Macugnaga  all’attuale rifugio “Lago Smeraldo” e sulle spalle di uomini volonterosi fino alla cima del Monte Moro.
In quota, operai specializzati saldarono le varie parti e la statua prese forma.

Il basamento di 5 m di altezza venne realizzato con pietre spaccate in loco.

Dopo trent’anni la scultura aveva perso la sua brillantezza, appariva chiaro il bisogno di un nuovo intervento.

Ci pensarono i dirigenti della rinnovata “Società Funivia Monte Rosa”. In particolare don Giovanni Zibetti, conoscitore e frequentatore di Macugnaga da decenni, manifestò il desiderio di ripulire e dorare la statua per farla “brillare” nuovamente, anche a ricordo delle miniere d’oro presenti nella valle.

Nel giugno del 1997 la statua venne incastellata e la Fonderia Cubro di Novate Milanese procedette, in tre giorni, alla doratura con foglioline d’oro.

Il 5 agosto 1997 il cardinale Carlo Maria Martini benedisse la statua dorata.